SOGNO IN BIANCO E NERO

La quadricromia è una conquista del secolo scorso, e i colori hanno invaso i giornali, poi il cinema, infine la Tv. Eppure non sono mai mancati i riferimenti alle immagini iconiche del passato, dove il sogno in bianco e nero rimane palpabile nella nostra fantasia di oggi, come quando diciamo di sognare in bianco e nero, e ci sembra vero, e forse lo è. Come dimenticare il ritratto di Coco Chanel, mademoiselle Gabrielle, arcinia, con la sigaretta serrata tra le labbra sottili, il cappello e quei sei fili di perle immancabili nel suo outfit che ai suoi tempi veniva più semplicemente chiamata mise. In questo ritratto rivedo i miei sogni, i sogni di un ragazzo che partito da Roma ha trovato la sua strada a Milano, nel lavoro, nella famiglia, una famiglia allargata e piena di colori, eppure rivedo quel ritratto e mi ci ritrovo. Arcinia, vero? Ma lo appare meno se si conosce la sua storia, quella di una bambina che è cresciuta in un ambiente familiare caratterizzato da privazioni indegne, da sofferenze mai dimenticate. Un’orfana che dopo la morte della madre e l’abbandono del padre fu rinchiusa per anni in un orfanotrofio, affidata alle suore del Sacro Cuore da cui imparerà a cucire, a tagliare, a puntare gli orli (cosa che fece per tutta la vita), e proprio dalle suore deriverà l’eleganza e il rigore degli abiti in bianco e nero, e senza busti, perché le suore erano le uniche a non portarli. E allora si scopre che la sua durezza in quella foto è una corazza, una difesa. In bianco e nero anche la foto iconica di un film a colori come Colazione da Tiffany, dicono che fu Givenchy, il grande couturier a scegliere il bianco e nero di quella foto, che disse a Audrey Hepburn: «Nel bianco e nero ritrovi te stessa». E capita anche a me, che qui ho giocato anche con la mia immagine, per sognare un’epoca passata, ma sempre viva perché i sogni di ieri e di oggi rimangono comunque sogni.

LO STILE VA OLTRE I COLORI, E FORSE PER QUESTO CERTE ICONE APPAIONO ANCORA PIÙ PREZIOSE IN BLACK AND WHITE