Slide FILOSOFIA Come si raggiunge la perfezione?
Non vi è spazio alcuno per l’improvvisazione.
Si lavora duramente verso il continuo miglioramento, si affinano le procedure,
ci si impegna alacremente per ottenere proprio quello che ci si era prefissi all’inizio.
Si va verso l’alto rapidamente. Si va verso la cima raggiungendo
il punto più elevato possibile, ogni giorno.
FILOSOFIA Come si raggiunge la perfezione?
Non vi è spazio alcuno per l’improvvisazione.
Si lavora duramente verso il continuo miglioramento, si affinano le procedure,
ci si impegna alacremente per ottenere proprio quello che ci si era prefissi all’inizio.
Si va verso l’alto rapidamente. Si va verso la cima raggiungendo
il punto più elevato possibile, ogni giorno.

Il desiderio di essere perfette accomuna molte persone e, a un primo livello di lettura, potrebbe appesantirle molto e condannarle all’infelicità, se per perfezione intendiamo il fatto di essere prive di difetti. Una macchina o un dispositivo elettronico possono funzionare perfettamente, almeno per un po’. Tuttavia, anche quegli oggetti nel corso del tempo inizieranno a consumarsi e richiederanno riparazioni. Gli esseri umani non sono stati pensati per essere perfetti. Fa parte della definizione stessa di essere umano. Occorre considerare l’espressione sono solo umano: non va mai dimenticato, cioè, che l’obiettivo non è emulare una macchina, ma abbracciare l’imperfezione dell’essere umano. Proviamo a immaginare di guardare un magnifico arcobaleno e lamentarci che uno dei colori non è perfetto: non sarebbe ridicolo, oltre che rovinare lo splendore del momento? Eppure è esattamente quello che l’uomo fa quando si giudica per le sue imperfezioni. Ci si dimentica che anche gli uomini fanno parte della natura e che potrebbero trarre beneficio se solo accettassero lo stato naturale della vita, che tra l’altro sembra essere molto, molto imperfetta.

Tutto un altro valore assume, invece, la perfezione se la intendiamo come la spinta a migliorarsi continuamente per raggiungere i propri obiettivi professionali. È necessario agire con metodo, avere ben chiari i propri scopi e non perdere mai di vista il risultato finale. È anche fondamentale avere la consapevolezza che portare a termine un progetto, avere successo in un’attività ma anche, più semplicemente, realizzare i propri sogni non è un sentiero lineare ma, molto più spesso, un percorso a ostacoli. Ciò che conta è imparare dai propri errori e perseverare, senza cedere alla tentazione di gettare la spugna al primo fallimento. Se si fossero avviliti al primo insuccesso, non avremmo mai sentito parlare di personaggi che hanno lasciato, in vari modi, un segno nella Storia. Si sa, per esempio, che gli esperti della Columbia Pictures giudicarono poco bella e attrice senza talento una donna. Sì, stiamo parlando proprio dell’icona sexy del cinema americano degli anni cinquanta/sessanta: Marilyn Monroe, colei che faceva impazzire gli uomini di tutto il mondo sul set (come dimenticare A qualcuno piace caldo o Gli uomini preferiscono le bionde) e fuori dal set (miss Norma Jeane Mortenson Baker, questo il suo vero nome, ebbe una scandalosa relazione col presidente americano J.F. Kennedy).

Costellata di sconfitte è anche la strada di colui che è considerato il padre della Costituzione americana, il cui volto è raffigurato sulle banconote da 5 dollari e che divenne il sedicesimo Presidente degli Stati Uniti d’America, ricoprendo l’incarico dal 4 marzo 1861 fino al suo assassinio avvenuto nell’aprile del 1865. Prima di arrivare alla Casa Bianca, tuttavia, dovette lavorare duramente, nel senso più letterale del termine. Dovendo provvedere alla sua famiglia sfrattata di casa cominciò a lavorare molto giovane, ma quando decise di mettersi in affari sul serio fallì (1831). In seguito decise di candidarsi ma perse le elezioni (1832). Nello stesso anno perse anche il lavoro. Decise di perseverare rimettendosi in affari e per aprire la sua attività chiese un prestito: nel 1833 fallì ancora e fino al 1850 dovette lavorare sopratutto per pagare i debiti contratti. Nel 1835 si fidanzò, ma la sua compagna morì. Decise quindi di concentrarsi sulla carriera politica, infilando una serie “memorabile” di sconfitte elettorali: 1840, 1843, 1848, 1849, 1854, 1856 – in cui prese pochissimi voti – 1858. Un tipo decisamente tenace, non c’è alcun dubbio, Abraham Lincoln!